GAETA – Omicidio colposo in concorso. E’ l’ipotesi di reato per quale la Procura della Repubblica di
Santa Maria Capua Vetere ha indagato le prime quattro persone in relazione alla tragica scomparsa di Sabrina Nardella, la 38enne parrucchiera e madre di due bambini in tenera età di Gaeta che ha perso la vita mentre si stava sottoponendo, presso la clinica “Iatropolis” di Caserta, ad un intervento di chirurgia estetica e, più precisamente , di liposuzione alla zona addominale. Il Sostituto Procuratore Nicola Camerlingo ha iscritto sul registro degli indagati i nomi dell’amministratore della clinica di Caserta, di un infermiere e di due medici che hanno effettuato nella mattina di giovedì l’intervento in day hospital nei confronti della donna titolare di un negozio di parrucchiera in una traversa di via Lungomare Caboto.
Si tratta di un adempimento atteso dopo che il magistrato titolare delle indagini ha dato mandato ai
Carabinieri del comando provinciale di Caserta di sequestrare la cartella clinica della vittima, di identificare appunto il personale medico ed infermieristico che ha avuto a che fare con la paziente di Gaeta e di apporre i sigilli alla sala operatoria in cui questo intervento di chirurgia estetica è avvenuto. Ora i riflettori sono puntati sull’autopsia in programma mercoledì pomeriggio presso l’obitorio dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Il Pm nella stessa giornata nominerà il suo consulente che dovrà stabilire cosa potrebbe essere successo alla parrucchiera di Gaeta dal suo ricovero giovedì mattina sino a quando, alle 18, sei ore dopo la conclusione dell’intervento di chirurgia estetica, è deceduta nonostante i drammatici interventi di rianimarla.
La famiglia di Sabrina, straziata dal dolore, si è affidata intanto agli avvocati Vincenzo e Matteo Macari e Concetta Guadino per chiarire cosa abbia provocato questa immane tragedia. Hanno confermato che parteciperanno mercoledì all’esame tecnico irripetibile già programmato e lo faranno attraverso il medico legale Francesco Loreti Romantini. Non è escluso che a questo punto decidano di fare altrettanto i primi indagati della Procura sammaritana.