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Mafia ad Aprilia, giudizio immediato per l’ex sindaco Principi e altri 19 imputati: si va a processo il 10 giugno

APRILIA – Un’udienza che sa già di spartiacque storico per Aprilia. Il prossimo 10 giugno, alle ore 9, il tribunale di Latina aprirà le porte per dare inizio al processo contro l’ex sindaco Lanfranco Principi e altre 19 persone, tutti coinvolti nell’operazione “Assedio”. Quel 3 luglio, i corridoi del Comune si riempirono di volti tesi e lampeggianti blu: la Direzione Distrettuale Antimafia entrava negli uffici comunali, segnando l’inizio di un terremoto giudiziario che avrebbe fatto cadere il Consiglio comunale.

L’ex sindaco Principi, ancora ai domiciliari, sarà il protagonista più atteso di questo processo. Insieme a lui compariranno in aula figure di rilievo dell’organizzazione accusata di aver radicato una vera e propria mafia autoctona nel territorio di Aprilia. Tra questi, Luca De Luca, considerato uno degli uomini chiave, l’imprenditore Marco Antolini e nomi noti come Sergio Gangemi, legato secondo gli inquirenti alle ndrine calabresi.

Una mafia autoctona: il volto oscuro di Aprilia

Non si parla più soltanto di infiltrazioni, ma di una mafia autonoma e radicata. Lo conferma la Corte di Cassazione, che ha definito l’operazione “Assedio” come la prova tangibile dell’esistenza di un’associazione mafiosa autoctona ad Aprilia. Una struttura capace di muoversi in modo indipendente, con canali di finanziamento molteplici, dal traffico di stupefacenti all’usura, dalle estorsioni agli investimenti in società vicine agli affiliati.

Il dossier della DIA di Roma non lascia spazio a dubbi: «Di particolare rilievo è stata la costituzione di una struttura mafiosa con rapporti consolidati nella pubblica amministrazione, collegamenti con altre organizzazioni criminali e la capacità di controllare attività economiche e appalti pubblici».

Fascicolo dopo fascicolo, il processo porterà alla luce i dettagli di questa complessa rete criminale. Per l’ex sindaco Principi, le accuse sono pesanti come macigni: concorso esterno in associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso e una fitta trama di contatti con soggetti vicini all’organizzazione. Caduta l’accusa di traffico illecito di influenze, rimangono però le ombre di rapporti pericolosi e accordi scellerati.

Un Comune in attesa di risposte

Mentre il processo si avvicina, il Comune di Aprilia resta in bilico. La commissione d’indagine sta ancora valutando se dichiarare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, una decisione che peserà come un macigno sul futuro amministrativo della città.

L’attesa è palpabile. Il 10 giugno non sarà solo il giorno di un’udienza, ma l’inizio di un racconto giudiziario che potrebbe riscrivere la storia di Aprilia, mettendo finalmente a nudo i meccanismi di un sistema corrotto che per troppo tempo ha operato nell’ombra.