Latina / Bracciante indiano morto per malore: l’esito dell’autopsia conferma la causa naturale

LATINA – A oltre tre mesi dalla tragedia, l’autopsia e l’elaborato peritale mettono fine ai dubbi sulla morte di Dalvir Singh, bracciante agricolo di 54 anni, di origine indiana. Gli esami disposti dalla Procura e coordinati dal pm Valerio De Luca, eseguiti dal medico legale Cristina Setacci, hanno confermato che l’uomo è deceduto a causa di un malore improvviso. Singh era stato trovato senza vita lo scorso agosto, in un capanno agricolo del capoluogo pontino, dove stava lavorando per un’azienda che lo aveva regolarmente assunto.

Le indagini condotte dai Carabinieri di Borgo Podgora, in collaborazione con gli ispettori del Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, hanno escluso qualsiasi irregolarità. Singh lavorava con un contratto regolare e aveva superato controlli sanitari pochi mesi prima del decesso. Il giorno della tragedia, era impegnato nell’attivazione dell’impianto di irrigazione. Si era fermato in un capanno, dove il malore lo ha colto all’improvviso. A dare l’allarme è stato il datore di lavoro, che ha trovato Singh senza vita e ha immediatamente avvisato le autorità.

La vicenda aveva attirato l’attenzione dei media, complici le tragiche condizioni di sfruttamento che talvolta emergono nel settore agricolo. In particolare, il caso è stato inizialmente accostato alla morte di Satnam Singh, un altro bracciante indiano deceduto nello stesso periodo in circostanze drammatiche e senza un regolare contratto di lavoro. Tuttavia, le indagini hanno chiarito che i due episodi non sono in alcun modo collegati.

La morte di Dalvir Singh si configura come una tragica fatalità. Il datore di lavoro, che ha agito con tempestività nel segnalare l’accaduto, ha rispettato pienamente le normative contrattuali e di sicurezza. Tuttavia, il caso riporta sotto i riflettori le condizioni di salute dei lavoratori agricoli e l’importanza di un sistema di prevenzione efficace, anche per situazioni apparentemente imprevedibili come i malori improvvisi.

Questa vicenda, purtroppo, è un promemoria doloroso del sacrificio quotidiano di chi lavora nei campi e dell’importanza di garantire condizioni lavorative dignitose e sicure per tutti.