SPERLONGA – Due richieste di condanna a due anni di reclusione e un’assoluzione per non aver commesso il fatto. E’ stata questa in sintesi, la requisitoria del sostituto procuratore Valerio De Luca nel processo ripreso venerdì davanti il giudice Elena Nadile del Tribunale di Latina per la morte di Sara Basso, la 13enne originaria di Supino ma residente a Morolo annegata il 12 luglio 2018 nella piscina del “Grand Hotel Virgilio” di Sperlonga dove stava trascorrendo una breve vacanza con i suoi genitori. Il rappresentante della pubblica accusa ha innanzitutto chiesto l’assoluzione per Ermanno Corpolongo, l’imprenditore della piscina dove sette anni fa avvenne la tragedia. Il Pm De Luca, alla luce dell’attività investigativa dei Carabinieri, è convinto invece che furono commesse nel corso del tempo negligenze nella gestione della stessa piscina. Per questo ha chiesto due anni di reclusione per Mauro Di Martino e Francesco Saverio Emini, rispettivamente amministratore di fatto e quello legale della società, la Virgo srl”, che aveva ed ha tuttora in gestione la piscina del “Grand Hotel Virgilio”. Se le risultanze accusatorie della Procura sono state condivise dai legali di parte civile, Maria Minottio e Calogero Nobile, lo stesso legale difensore di Corpolongo, l’avvocato Massimo Signore, ha accolto con soddisfazione la requisitoria della Procura. La sentenza è prevista nell’udienza del 19 giugno quando interverrà, in fase di replica, il legale difensori di Di Martino ed Emini, l’avvocato Vincenzo Macari. Questo dibattimento ha ripreso vigore grazie alle parti civili. La scorsa estate aveva esternato in una lettera una protesta dopo l’ennesimo rinvio del dibattimento Gli avvocati Minotti e Nobile avevano stigmatizzato proprio l’assenza del nuovo magistrato designato a sostituire già dal 30 novembre 2022 il giudice Francesco Valentini perché trasferitosi presso la Corte d’appello di Roma. I legali di parte civile avevano chiesto tempi più celeri per la ripresa del processo innanzitutto per allontanare lo spettro della prescrizione a favore dei tre imputati e soprattutto per “avere una sentenza che, ricostruendo la dinamica di quanto avvenuto, accerti le eventuali responsabilità per una tragedia a causa della quale ha perso la vittima una 13enne”.