FORMIA – Un palazzo senza stile, ma visibile da ogni angolo della città, fa da sfondo a un viaggio allegorico che attraversa i peccati e le fragilità dell’animo umano. È con questo potente impianto simbolico che La grammatica feroce, terzo romanzo di Simone Pangia, ha vinto il Premio nazionale “Città di Grottammare” per la narrativa inedita. Una nuova conferma per lo scrittore e giornalista napoletano ma formiano di adozione, già premiato nel 2020 con il Bukowski per Il vizio delle cose pure.
La grammatica feroce è un’opera dalla struttura ambiziosa, ispirata alla Divina Commedia e alle sue suddivisioni infernali, ma immersa in un contesto urbano contemporaneo che richiama la Roma delle contraddizioni e delle periferie. Ventidue protagonisti si muovono all’interno di un grattacielo simbolico e decadente, ognuno marchiato da un peccato: assassini, traditori, lussuriosi, ignavi. Le loro storie, apparentemente isolate, si intrecciano in un tessuto narrativo corale che parla di fallimenti, illusioni, piccole redenzioni quotidiane.
Ogni personaggio affronta un personale abisso: Amilcare, incapace di affrontare il tradimento; Rosaria, vergine consapevole; Lori, presenza carnale e sfuggente. In questo universo cupo e frammentato, emerge la figura di Adolfo, surreale portiere del palazzo, che guida i protagonisti come un moderno Virgilio verso un simbolico giudizio finale. Una “riunione di condominio” diventa così il climax allegorico di un’intera umanità alla ricerca di senso e redenzione.
Il titolo stesso, La grammatica feroce, è metafora del linguaggio crudo con cui i personaggi si raccontano e si feriscono, il solo modo che hanno per cercare l’amore, la comprensione, la sopravvivenza.
“Cinque anni fa – ha ricordato Pangia – ricevetti il Bukowski in piena pandemia, con una cerimonia online. Oggi, finalmente, potrò salire su un palco e condividere questa gioia con le persone”. La cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo 10 maggio a Grottammare, nella splendida cornice della Riviera delle Palme.
Nato a Napoli nel 1977, Simone Pangia si laurea in Lettere Moderne presso l’Università Federico II, con una tesi in Filologia dantesca che già lasciava intravedere la sua predilezione per le strutture simboliche e le grandi narrazioni della tradizione italiana. Giornalista professionista, assume l’incarico di responsabile dell’ufficio stampa del Comune di Formia, dove ricopre a oggi il ruolo di funzionario.
La sua carriera letteraria inizia nel 2008 con il romanzo La salita, pubblicato da Manni Editore. Ma è con Il vizio delle cose pure, pubblicato da Giovane Holden nel 2020, che Pangia ottiene riconoscimenti a livello nazionale, vincendo il Premio Bukowski e collezionando ulteriori segnalazioni in altri concorsi.
Con questo nuovo riconoscimento, si conferma una voce profonda e originale nel panorama della narrativa italiana contemporanea. Ora, l’auspicio condiviso da lettori e addetti ai lavori è che La grammatica feroce trovi presto una casa editrice all’altezza del suo valore narrativo, per approdare finalmente sugli scaffali delle librerie e raggiungere il pubblico che merita.