FORMIA – Si è chiusa dopo ben quattordici anni la vicenda della spettacolare rapina consumata il 6 maggio 2011 ai danni della gioielleria “Ottaviani” nella centralissima via Vitruvio a Formia. E’ stato infatti condannato a sei anni di reclusione uno degli uomini che si ritiene abbia fatto parte del commando che portò via gioielli, monili e preziosi per un valore totale di duecentomila euro.
Fu un colpo vecchia maniera definito martedì mattina al termine del processo celebrato davanti il Tribunale di Latina che ha identificato e condannato due dei tre autori del ‘colpo’ sulla scorta delle indagini compiute all’epoca dal commissariato di Formia. Il commando, dopo essersi fatto aprire la porta del negozio che fa angolo con piazza della Vittoria, rinchiuse nel retrobottega sotto la minaccia di un’arma il titolare Giorgio Ottaviani e la commessa per poi scappare con il bottino in direzione sud, della Campania. I malviventi si fecero consegnare anche il cd con le registrazioni video dell’attività commerciale, nel tentativo di inquinare le prove. La Polizia identificò gli autori della rapina attraverso i riconoscimenti fotografici delle vittime e di un testimone, un lavoratore che in quel momento era impiegato in un locale dell’attigua via Sarinola.
Ad essere accusati della rapina furono, in concorso, Salvatore Minopoli e Raffaele Porri, il primo condannato con il rito abbreviato a tre ani di reclusione. Martedì mattina è stato invece giudicato con rito ordinario, Marco Visconti, condannato – come detto – a sei anni ed alla interdizione perpetua dai pubblici uffici per il concorso nella rapina. A lui gli investigatori sono risaliti sulla base della presenza del suo telefonino nella cella agganciata nel pomeriggio del 6 maggio 2011 a Formia negli stessi luoghi degli altri partecipanti e in quanto lo stesso Visconti risultava essere amico di Minopoli, entrambi residenti a Giugliano, in provincia di Napoli.
Nel corso del processo su Visconti però è mancata la prova del riconoscimento facciale e, in quest’ottica, non gli venne contestato il sequestro di persona mentre finì in prescrizione il contestato reato di detenzione illegale di armi. Il sostituto procuratore Martina Taglione aveva chiesto la condanna a otto anni di reclusione vista la dinamica e la violenza subita dai titolari della gioielleria. Ma il tribunale ha definito la condanna a sei anni di reclusione per la quale il legale difensore di Visconti, l’avvocato Enrico Giuliano, ha già preannunciato ricorso in Appello avanzando due elementi che il tribunale di Latina non avrebbe tenuto in considerazione. Il primo riguarda il mancato riconoscimento facciale delle fotografie dei presunti rapinatori da parte delle vittime e del lavoratore di passaggio. Il secondo è l’assenza di una prova concreta che Visconti si trovasse in compagnia degli altri due rapinatori nonostante il cellulare sia risultato presente a Formia quel giorno.