APRILIA – Mentre il decreto di scioglimento del Comune di Aprilia per infiltrazioni mafiose faceva rumore in tutta la provincia, un altro pezzo del puzzle si muoveva, quasi in sordina, ma non meno importante: è scattata una nuova interdittiva antimafia, questa volta ai danni del Consorzio stabile Cba, con sede in via Stradivari.
Una sede che, per chi mastica un po’ le cronache giudiziarie locali, suona familiare. Non solo perché lì si trovano altre società già finite nei guai – come la Lazial Scavi e la Vega – ma perché via Stradivari sembra ormai un crocevia di società finite nel mirino delle autorità. La Lazial Scavi, tanto per fare un esempio, è sotto interdittiva e controllo giudiziario, ma — a quanto pare — è rimasta all’interno del Consorzio. Un dettaglio che, con ogni probabilità, ha pesato come un macigno nella decisione della Prefettura di Latina di firmare l’ennesima interdizione.
Il Consorzio Cba non è un nome qualsiasi: negli anni scorsi ha ottenuto appalti importanti, ha lavorato in città, ha consolidato la propria presenza sul territorio. Ma intorno alla sua galassia gravitano troppe ombre, troppe connessioni con imprenditori già noti alle cronache come Marco Antolini e Giuseppe De Luca, nomi che tornano puntuali come un orologio svizzero ogni volta che si parla di inchieste su Aprilia.
E non finisce qui. Altre aziende orbitanti nello stesso sistema sono finite sotto interdittiva: dalla MF Trasporti alla Si.Co. di Ivan Casentini, passando per la già citata V&GA Costruzioni di Antolini e la sua controllata Zarah Srl. E ancora: la Nuova Tesei Bus — interdittiva sospesa solo per garantire il servizio di trasporto pubblico locale — insieme ad altre società riconducibili all’imprenditore Urbano Tesei, come la Tesei&Tesei, la San Michele Holding di Cisterna, e la Edilcost.
Un quadro che, a guardarlo nel suo insieme, lascia ben pochi dubbi: non si tratta di episodi isolati, ma di un sistema, di una rete che negli anni si è radicata, ha preso commesse pubbliche, si è insinuata nel tessuto economico della città.
E ora, mentre i commissari prefettizi si preparano a prendere le redini del Comune sciolto, la Prefettura continua a tessere la sua tela, togliendo uno dopo l’altro i mattoni su cui si reggevano certi equilibri. È un lavoro lento, difficile, che però racconta qualcosa di fondamentale: ad Aprilia e non solo, la partita contro le infiltrazioni mafiose è ancora tutta da giocare.
E questa volta, non si potrà far finta di non vedere.