APRILIA – Lo scioglimento del Comune di Aprilia per infiltrazioni mafiose, deliberato dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rappresenta una frattura profonda nella vita democratica della città. È la prima volta che accade nella provincia di Latina, ed è il risultato dell’operazione antimafia “Assedio” che, la scorsa estate, ha scoperchiato un intreccio di potere, criminalità e politica locale.
Le reazioni sono arrivate immediate e da tutti i fronti: politica, associazionismo, chiesa, comitati civici e società civile.
Il mondo dell’associazionismo: “Non una punizione, ma un’opportunità di riscatto”
Reti di Giustizia – Il Sociale contro le mafie ha accolto con favore il provvedimento, definendolo “un atto dovuto” e sottolineando che non si tratta di una punizione per la città, bensì di “un’occasione per far sorgere o aumentare la consapevolezza collettiva” contro soprusi, abusi di potere e disuguaglianze. L’associazione ha ricordato il proprio impegno decennale sul territorio e ha criticato le “parole vuote” di chi, come l’ex sindaco Principi, predicava la lotta alla mafia ma si rifiutava, privatamente, di costituirsi parte civile contro i clan.
Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, ha parlato di “esito inevitabile” alla luce delle inchieste condotte da DIA e DDA, definendo il commissariamento “un’opportunità per una rigenerazione etica, nel segno della legalità e della bellezza”. È il tempo, secondo Libera, di una “corresponsabilità diffusa” e di un “protagonismo dei cittadini” per rifondare la vita democratica della città.
La politica: tra riflessione, autocritica e voglia di riscatto
Nicola Calandrini, senatore di Fratelli d’Italia, ha definito lo scioglimento “un provvedimento serio e grave” che impone “rispetto istituzionale” e un’analisi profonda su quanto accaduto. Per Calandrini, ora è il momento di costruire “un nuovo modello di partecipazione fondato su trasparenza, competenza e radicamento territoriale”.
Di tono diverso il commento del Partito Democratico, per voce di Daniele Leodori e Omar Sarubbo, che hanno sottolineato come l’inchiesta abbia colpito “il sindaco di centrodestra”, configurando “un quadro inquietante di condizionamento della cosa pubblica da parte della criminalità organizzata”. Il PD invita a non dimenticare: “Ricordare non è solo un dovere, ma la premessa indispensabile per una vera ripartenza”. Il partito ha lanciato un appello alla cittadinanza per trasformare la ferita in un’occasione di rilancio: “Da questi mesi di sgomento deve nascere una nuova spinta partecipativa”. Il circolo PD di Aprilia, guidato da Davide Zingaretti, ha avviato una fase di rinnovamento che punta a costruire un’alternativa credibile e radicata nella società civile.
Filiberto Zaratti, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha evidenziato come lo scioglimento confermi la presenza pervasiva della criminalità organizzata nel Lazio, sottolineando la necessità di costruire “un programma serio e innovativo, in totale rottura col passato”.
Anche il presidente provinciale di Italia Viva, Vincenzo Giovannini, ha espresso rammarico: “Un marchio indelebile che lascia l’amaro in bocca”, ha detto, ma anche “l’inizio di una nuova fase”. Il suo invito è a creare “modelli di partecipazione nel segno della trasparenza e della legalità”.
La voce dei cittadini e dei comitati
Marco Finotti, presidente del Comitato di Quartiere Aprilia Centro, ha parlato di “grande amarezza” ma anche di speranza. Ha lodato il lavoro del Commissario Paolo D’Attilio, ricordando l’importanza di ripartire insieme: “Aprilia ha bisogno di speranza e fiducia nel futuro. Ci sono due anni per lavorare tutti insieme”.
Un sentimento che si ritrova anche nei tanti cittadini che, pur amareggiati, vedono nel commissariamento l’opportunità per chiudere definitivamente con pratiche opache e connivenze pericolose.
La Chiesa: “Una ferita, ma anche una luce di speranza”
Dal fronte ecclesiale, è arrivato un messaggio profondo da parte del vescovo Vincenzo Viva: “Lo scioglimento è una ferita profonda per tutta la comunità cittadina”, ha scritto, ma anche “un’occasione da vivere alla luce della Pasqua”. Il Vescovo ha invitato le parrocchie a diventare “luoghi di discernimento comunitario”, promuovendo la cultura della legalità e del bene comune. Ha ricordato l’impegno della diocesi con il progetto “Insieme è possibile”, che vede protagonisti i giovani contro le mafie.