APRILIA – Dopo giorni di attesa carichi di tensione, è arrivato il verdetto: il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e sulla base della relazione del Prefetto di Latina Vittoria Ciaramella, ha ufficializzato lo scioglimento del Comune di Aprilia per infiltrazioni della criminalità organizzata. Un provvedimento grave, che segue l’operazione antimafia “Assedio” della scorsa estate e che segna un momento storico: per la prima volta nella provincia di Latina, un’amministrazione comunale viene sciolta per mafia.
Il decreto di Palazzo Chigi ha colpito anche altri tre comuni — Caserta, Badolato e Casabona — ma ad Aprilia il significato è ancora più profondo: seconda città della provincia per importanza economica, quarta per popolazione, Aprilia dovrà ora affrontare un lungo periodo di commissariamento. Il voto amministrativo previsto per il 25 e 26 maggio è stato ufficialmente rinviato e, salvo ulteriori proroghe, gli apriliani torneranno alle urne solo nella tarda primavera del 2027.
Il provvedimento del governo nazionale, di fatto, ha recepito il lavoro, durato sei mesi e terminato lo scorso febbraio, della commissione d’accesso. Vi avevano fatto parte Monica Perna, vicario del Prefetto di Latina, Daniela Abbondandolo vicecapo di gabinetto della Prefettura di Latina, Luca Vattani, dirigente superiore della polizia di Stato, Antonio De Lise, Comandante del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina e Leopoldo Festa, sottotenente della Guardia di Finanza di Aprilia. La loro attività di ricognizione, seppur indirettamente, aveva confermato il grado di infiltrazione del crimini organizzato nei meccanismi amministrativi ed autorizzativi del comune di Aprilia e le stesse conclusioni cui erano aggiunti nelle richieste dei clamorosi arresti avanzate dai Pm della direzione antimafia di Roma.
La Prefettura di Latina, dopo il reggente Paolo D’Attilio, dovrà nominerà un nuovo commissario Prefettizio chiamato guidare il comune per un periodo decisamente lungo, dai 18 ai 24 mesi com’è avvenuto negli ultimi anni per i comuni di Anzio e Nettuno. Il comune di Aprilia fu terremotato dagli arresti eccellenti eseguiti, su richiesta della Dda capitolina, lo scorso 3 luglio. Il sindaco Lanfranco Principi dovette dimettersi, dopo essere sottoposto agli arresti domiciliari, gravato dalle accuse di concorso esterno all’associazione mafiosa della cosca capeggiata da Patrizio Forniti (tuttora latitante), turbativa d’asta, traffico d’influenze e voto di scambio politico-mafioso. In effetti per la prima volta un comune della provincia viene sciolto per mafia.
Doveva esserlo 15 anni fa, al termine dell’operazione “Damasco”, anche il comune di Fondi ma la notifica del provvedimento richiesto al governo Berlusconi dall’allora Prefetto di Latina Bruno Frattasi venne anticipato dalle dimissioni in blocco del consiglio comunale fondano. Il decreto di Palazzo Chigi è arrivato dopo giorni carichi di tensione. Davanti l’incertezza del Consiglio dei Ministri le forze politiche in maniera by-partisan avevano espresso la loro volontà di non presentare i rispettivi candidati sindaco e le rispettive in prospettiva del voto amministrativo, già calendarizzato per i prossimi 25 e 26 maggio. Nella migliore delle ipotesi gli apriliani torneranno alle urne nella tarda primavera del 2027. Un altro record di cui essere poco fieri.