FORMIA – Il cellulare di Anna Foa da giorni non smette di trillare: telefonate e messaggi di felicitazioni dopo che il suo ultimo e vendutissimo bestseller “Il Suicidio di Israele” (Laterza editore) è stato inserito, a sorpresa, nella cinquina nella prima edizione della sezione saggistica del prossimo premio Strega.
La professoressa Foa, considerata una delle voci più oneste e illuminanti sul piano culturale dell’ebraismo italiano, da quattro anni ha deciso di vivere a Formia, città che già aveva adottato il papà, il Senatore Vittorio, il figlio del Rabbino di Torino che, considerato una dei padri dell’Italia democratica e repubblicana, ha voluto ricambiare l’accoglienza ricevuta scegliendo di essere tumulato nel cimitero formiano di Castagneto. E di questo aspetto intimo e familiare esordisce subito la professoressa Foa nell’intervista video allegata.
La storica, per diversi anni docente ordinaria presso l’Università “La Sapienza”, si è detta “davvero sorpresa” dopo l’inserimento del suo libro nella cinquina di questa nuova e inedita sfida letteraria del Premio Strega promossa dalla fondazione Bellonci, dallo “Strega Alberti Benevento” e dal “Taobuk”, il Taormina International Book Festival. Ora circa cinquanta personalità della cultura, della ricerca scientifica e del giornalismo giudicheranno invece i cinque libri in lizza selezionati dal comitato scientifico nato in collaborazione con BPER Banca, la “Fuis”-Federazione Unitaria Italiana Scrittori, il “Gabinetto Vieusseux e la “Casa dell’Architettura”.
“Vedrò subito di leggerli gli altri quattro libri in gara”, ha esordito la professoressa Foa, “contenta ed orgogliosa che a farmi questo regalo (la candidatura al Premio Strega) è stato il mio editore”. Si tratta di “Geopolitica dell’intelligenza artificiale” (Feltrinelli) di Alessandro Aresu, del “Corpo, umano” (Einaudi) di Vittorio Lingiardi, di “2100. Come sarà l’Asia, come saremo noi” (Mondadori) di Simone Pieranni, e di “Narrare l’Italia. Dal vertice del mondo al Novecento” (Bollati Boringhieri) di Luigi Zoja. La professoressa Foa ha saputo che, insieme agli altri quattro autori candidati, dovrà incontrare il pubblico di lettori in una serie di eventi di presentazione a Trieste, al Festival Scienza e Virgola (11 maggio), a Roma, alla Casa dell’Architettura-Acquario Romano (12 maggio) e a Firenze, al Gabinetto Vieusseux (13 maggio).
Con il “Suicidio di Israele” la professoressa Foa evidenzia come lo stato ebraico, dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023 e la guerra a Gaza, sia entrato in una spirale autodistruttiva. Il governo Netanyahu, travolto dagli scandali interni, non è riuscito a tacitare le proteste nonostante la guerra in corso. Le relazioni internazionali si sono enormemente deteriorate e l’antisemitismo è tornato rapidamente a diffondersi come un virus. Insomma “Il Suicidio di Israele” costituisce un grido di allarme e di dolore per un paese che stava già attraversando un periodo di crisi drammatica prima del criminale attacco del 7 ottobre 2023. Grandi manifestazioni chiedevano a gran voce le dimissioni di Netanyahu e del suo governo e il paese era praticamente bloccato.
“La risposta al gesto terroristico di Hamas – sarebbe auspicabile quanto prima un’operazione verità per accertare quanto avvenuto quel giorno, con la guerra di Gaza rischia però di essere un vero e proprio suicidio”, ha dichiarato nell’intervista video l’autrice. Da un lato, infatti, è stata registrata l’involuzione del sionismo, o meglio dei sionismi: da quello originario della fine del XIX secolo, passando per quello liberale e favorevole alla pace con gli arabi, fino alla crescita del movimento oltranzista dei coloni e all’assassinio di Rabin. “Dall’altro, il resto del mondo ebraico – la diaspora americana e quella europea – si confronta oggi con un crescente antisemitismo che, contrariamente alla propaganda di Netanyahu, non è la stessa cosa dell’antisionismo, ma che certo dalle vicende della guerra di Gaza trae spunto e alimento. Per salvare Israele è necessario contrapporre al suprematismo ebraico, proprio dell’attuale governo Netanyahu, l’idea che lo Stato di Israele deve esercitare l’uguaglianza dei diritti verso tutti i suoi cittadini e deve porre fine all’occupazione favorendo la creazione di uno Stato palestinese. Qualunque sostegno ai diritti di Israele – esistenza, sicurezza – non può prescindere da quello dei diritti dei palestinesi. Senza una diversa politica verso i palestinesi Hamas non potrà essere sconfitta ma continuerà a risorgere dalle sue ceneri. Non saranno le armi a sconfiggere Hamas, ma la politica”, ha concluso la professoressa Foa, “lusingata” per un’altra circostanza.
A fare il suo nome l’altra sera presso la sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano a Roma per la definizione della cinquina della sezione Saggistica della 78° edizione dello Strega è stata la scrittrice romana di nascita ma minturnese di origine, Melania Mazzucco, che ha vinto il premio letterario italiano più importante nel 2003 con il suo romanzo “Vita”. Per l’edizione 2025 del Premio Strega per la narrativa in lizza ci saranno 12 romanzi, scelti tra i primi 81 candidati a marzo (l’anno scorso erano stati 82): per buona parte si tratta di opere di autori noti e affermati, ma c’è anche qualche interessante novità. I nomi dei vincitori delle diverse sezioni saranno proclamati il prossimo 3 luglio nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma.
VIDEO Intervista alla Prof. Anna Foa, scrittrice e finalista Premio Strega 2025