Minturno / Ricette mediche irregolari, farmacia deve restituire 233.000 euro

MINTURNO – Una farmacia di Minturno dovrà restituire all’Asl di Latina ben 233mila euro per un farmaco anti-tumorale acquistato dal gennaio 2017 all’ottobre 2018 per un paziente oncologico. Il motivo? Le ricette mediche non erano perfettamente compilate, erano sprovviste della dovuta prescrizione. Lo ha deciso ora la prima sezione di Latina del Tar del Lazio che ha condannato la farmacia minturnese a restituire all’Asl l’importo anticipato per l’acquisto da parte di un familiare di alcuni medicinali antitumorali a favore di una paziente oncologica del posto. Il Tar ha condannato ora la farmacia a liquidare tempestivamente e per intero quella somma perchè la stessa farmacia aveva deciso di impugnare la nota di rettifica dell’Asl che prevedeva un generoso piano di rientro che si sarebbe dovuto concretizzare, dopo i conti effettuati dalla commissione farmaceutica aziendale, con il pagamento di otto rate mensili da 25mila euro ciascuna. La farmacia, attraverso gli avvocati Laura Giordani e Giuseppe Gallinaro, decise di impugnare al Tar il provvedimento dell’Asl ed il verbale della sua commissione farmaceutica per omessa comunicazione dell’avvio del procedimento, per la violazione del contraddittorio e del regolamento di esecuzione, per eccesso di potere, per la carenza dell’istruttoria e per il travisamento dei fatti. Ora i giudici amministrativi hanno condiviso la memoria dell’Asl presentata dall’avvocato Rachele Ambrosio le hanno dato torto, nonostante la giustificazione della farmacia minturnese secondo la quale la dispensazione del medicinale stupefacente al paziente oncologico avvenne per ragioni di urgenza e per continuità terapeutica. La farmacia pensa al ricorso al Consiglio di Stato perché in un procedimento penale promosso per truffa dopo un blitz dei Nas del 9 gennaio 2019 è parte lesa. I militari del nucleo antisofisticazione inviarono alla Procura di Cassino e al Comune di Minturno un’informativa in cui sintetizzarono la loro attività preventiva: trovarono sette ricette timbrate e firmate da un medico ma erano mancanti di prescrizione e tredici bollini a lettura ottica relativi al medicinale; materiale poi sequestrato. I Carabinieri sorpresero un collaboratore della farmacia minturnese a compilare, alla presenza della paziente, una delle ricette. Furono avanzati motivi di urgenza ma la speciale commissione farmaceutica escluse l’occasionalità della vendita in quel momento di quel farmaco salva vita che, pertanto, andava pagato alla cassa. L’avvocato Rachele Ambrosio nella sua memoria difensiva ha rimarcato come alla paziente ammalata di cancro, tra il 2016 e il 2018, le furono prescritte confezioni di un farmaco stupefacente non dal medico di famiglia da un collega che, sulla carta, non aveva nulla a che fare con il percorso terapeutico avviato dalla donna di Minturno