Latina / Estorsione sentimentale su Facebook: processo contro un cartomante di Torino

LATINA – Una storia di vulnerabilità, inganno e ricatto ha preso piede a Latina, dove una donna è stata vittima di estorsione da parte di un cartomante che, sfruttando la sua fragilità emotiva, l’ha costretta a pagare ingenti somme di denaro per non rivelare foto intime che lei stessa gli aveva inviato. Il caso è al centro di un processo che ha avuto luogo nei giorni scorsi, davanti al giudice monocratico Enrica Villani.

La vittima, una donna di Latina, ha raccontato in aula di aver cercato aiuto da un cartomante dopo essersi separata dal suo compagno e aver sperato di poter riavvicinarsi a lui. Sentendosi fragile e in un periodo di grande difficoltà emotiva, ha deciso di entrare in contatto con l’uomo tramite Facebook, confidandogli i suoi problemi sentimentali. La donna ha spiegato che il cartomante, originario della provincia di Torino, si è mostrato inizialmente comprensivo e le ha proposto una soluzione: per riuscire a “riportare l’ex” doveva inviare una foto nuda di sé con nove candele rosse accese. L’uomo le aveva detto che la foto “avrebbe aiutato” a risolvere la situazione.

Quello che sembrava un atto di fiducia, però, si è trasformato presto in un incubo. Il cartomante ha iniziato a chiedere sempre più denaro per “continuare il lavoro spirituale”, finché la donna non ha ceduto a richieste sempre più pressanti, inviando la foto. Ma la situazione è degenerata quando l’imputato ha minacciato di inviare le immagini intime ai figli della donna e al suo datore di lavoro se non avesse pagato 450 euro.

Il processo ha preso il via nel settembre del 2023, con l’imputato G.B. rinviato a giudizio per estorsione. La donna, provata dalla vicenda, ha raccontato dettagliatamente quanto accaduto, confermando le sue accuse e spiegando come l’uomo avesse approfittato della sua fragilità. Grazie alle sue denunce e al supporto delle forze dell’ordine, il cartomante è stato arrestato, ma il caso non si è concluso. Il prossimo 23 ottobre, il processo riprenderà, mentre l’imputato continua a negare le accuse.

Questa storia solleva interrogativi su come i social media possano diventare strumenti di manipolazione e ricatto, con i più vulnerabili che spesso si trovano a dover affrontare danni ben più gravi di quelli inizialmente immaginati.