Latina / Revenge porn e minacce all’amante e al marito: rinviato a giudizio 33enne indiano, è latitante

LATINA – Aveva intrecciato una relazione extraconiugale con una collega di lavoro, una donna cubana di 53 anni. Quando lei ha deciso di porre fine alla storia, lui ha iniziato a perseguitarla, arrivando a ricattarla con immagini intime e a inviare foto e video hot al marito della donna, totalmente ignaro della relazione clandestina. Protagonista della vicenda un bracciante agricolo di origine indiana, 33 anni, rinviato oggi a giudizio dal Gup del Tribunale di Latina, Mara Mattioli. L’uomo risulta attualmente latitante.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Marco Giancristofaro, ha ricostruito mesi di minacce, ricatti, violenze fisiche e psicologiche, avvenuti tra Latina e San Felice Circeo tra gennaio e settembre 2024. Il 33enne, assistito dall’avvocato Gianni Luparo, è accusato di stalking, revenge porn, minacce di morte e lesioni personali.

Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe tempestato la ex amante di telefonate e messaggi offensivi dopo la fine della relazione, chiamandola “puttana vecchia” e arrivando persino a colpirla con schiaffi e calci sul luogo di lavoro. Le intimidazioni si sono poi estese anche al marito della donna, invalido, che ha ricevuto minacce gravissime: “Quando torno dall’India vi brucio vivi”, avrebbe scritto l’imputato, aggiungendo frasi umilianti e volgari rivolte sia alla vittima che al compagno, definito “bastardo handicappato”.

Il passaggio più grave, contestato come revenge porn, risale a settembre scorso: l’uomo avrebbe inviato al marito della donna immagini intime della coppia, con lo scopo di vendicarsi e umiliare entrambi. Un ricatto che, secondo l’accusa, avrebbe spinto la donna a subire ulteriori rapporti sessuali con l’uomo, nel tentativo disperato di evitare la diffusione di quei contenuti.

Il Gup ha disposto il rinvio a giudizio. Il processo inizierà il prossimo 18 giugno dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Latina. Ma l’imputato, per ora, è irreperibile.

Un caso che riaccende i riflettori su una forma sempre più diffusa e odiosa di violenza: quella digitale, che spesso si affianca ad abusi fisici e psicologici, e che trova nel revenge porn una delle sue espressioni più crudeli.