Gaeta / Vendita piazzale ex stazione: il processo si sgretola tra prescrizioni e stralcio del reato di abuso d’ufficio

GAETA – Dopo l’udienza di giovedì è rimasto ben poco del processo istruito dal sostituto Procuratore Chiara D’Orefice per la vendita durante l’estate 2019 da parte dell’ex Consorzio Industriale del Sud pontino alla neonata società Cavour Immobiliare del piazzale dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta. Il tutto – secondo la ricostruzione dell’accusa – ad insaputa della locale amministrazione comunale.

Il collegio giudicante, presieduto dal dottor Marco Gioia (a latere Antonio Pio Cerase e Cristina Sangiovanni), ha stralciato la posizione di quei dirigenti ed amministratori comunali – l’attuale dirigente del settore Ambiente Stefania Della Notte, l’ex sindaco e attuale consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano, gli ex assessori Angelo Magliozzi, Linda Morini, Alessandro Martone, Lucia Maltempo ed il neo delegato ai rifiuti Felice D’Argenzio – che sei anni fa votarono una variante al Prg con cui venne modificata la tipologia urbanistica dell’area, da servizio a parcheggio. I sette tra dirigenti ed amministratori vennero indagati e rinviati a giudizio per concorso in abuso d’ufficio, reato che non è più contemplato dal nostro Codice penale.

Il Tribunale di Cassino ha dichiarato inoltre prescritto il reato di lottizzazione abusiva contestato sia ai sette rappresentanti del comune di Gaeta che all’ex presidente Salvatore Forte (Forza Italia), all’ex componente del consiglio d’amministrazione del disciolto Consorzio di sviluppo industriale del sud pontino Vincenzo Zottola (nei giorni scorsi è deceduto il secondo consigliere d’amministrazione Mimmo Merenna) e l’ex direttore amministrativo del Consind Giampaolo Scalesse.

Il processo è rimasto in piedi ora per il solo reato di turbata libertà d’incanto: sono accusati tuttora i vertici dell’ex Consorzio industriale e della Cavour Immobiliare, il legale rappresentante Edoardo Pansioni e la moglie Fabrizia Conte. Per loro il processo proseguirà il 29 gennaio 2026 quando anche su quest’ultimo reato – ed è la previsione del collegio difensivo Giannichedda, Miele, D’Anna, Macari, Di Croce, Buonemani, Valente, Martone, De Cesare, Cardillo Cupo e Renzi – si abbatterà la scure della prescrizione.

Il dibattimento era iniziato sotto una cattiva stella lo scorso 28 gennaio quando Massimo Lo Mastro aveva dichiarato la sua incompatibilità a presiedere il collegio giudicante per essere stato il Giudice per l’udienza preliminare che decise il 19 marzo 2024 il rinvio a giudizio degli attuali tredici imputati. La decisione, nell’aria, di Gioia ha echeggiato nel consiglio comunale di Gaeta di giovedì pomeriggio con il sindaco Leccese galvanizzato per la fuoriuscita da questo dibattimento di rappresentanti della sua amministrazione comunale che un Tribunale non ha avuto il tempo (prescrizione) o non ha potuto (abrogazione del reato di abuso d’ufficio) giudicare. Capita sempre di più dalle parti di piazza Labriola.