PRIVERNO – Un grave caso di assenteismo colpisce il settore della sanità pubblica nel basso Lazio. Un medico in servizio presso l’ambulatorio vaccinale del Distretto Sanitario ASL di Priverno è stato raggiunto da una misura cautelare interdittiva della durata di 12 mesi, che prevede la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio. Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Latina, è stato eseguito questa mattina dai Carabinieri del N.A.S. (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità), al termine di una complessa attività investigativa.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina, si inserisce in un più ampio piano nazionale di contrasto all’assenteismo nella pubblica amministrazione, con particolare attenzione alle strutture sanitarie, disposto dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute.
L’indagine si è avvalsa di attività di osservazione, controllo e pedinamento (O.C.P.), integrate da una minuziosa analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza presenti all’interno e all’esterno della struttura sanitaria. Le prove raccolte hanno permesso di accertare un comportamento sistematico e reiterato da parte del medico, che timbrava regolarmente il proprio badge per risultare presente in servizio, salvo poi allontanarsi per diverse ore dall’ambulatorio, facendo ritorno solo per registrare l’uscita a fine turno.
Un modus operandi che non solo configurerebbe un illecito penale in termini di falsa attestazione e truffa ai danni dello Stato, ma che ha anche determinato l’interruzione del servizio pubblico vaccinale, causando disservizi agli utenti e lesione dell’interesse collettivo, soprattutto in un settore tanto strategico quanto delicato come la prevenzione sanitaria.
Gli accertamenti successivi, di tipo amministrativo, hanno confermato la discrepanza tra le presenze dichiarate e quelle effettive, evidenziando la volontà del medico di mascherare la propria assenza con registrazioni fittizie. Il danno arrecato va ben oltre la singola condotta: si tratta di una lesione alla fiducia dei cittadini nei confronti del sistema sanitario pubblico, e di un disservizio concreto per le famiglie e i pazienti che si affidano all’ambulatorio vaccinale per la salute dei propri figli e delle persone fragili.
La misura interdittiva, della durata di un anno, ha lo scopo di impedire la reiterazione del reato e di garantire il corretto funzionamento della pubblica amministrazione. In particolare, viene evidenziata l’urgenza di tutelare la regolarità dell’attività sanitaria, soprattutto in un contesto di crescente attenzione alla salute pubblica e di necessità di efficienza nei servizi territoriali.
Il medico, al momento, è sospeso dal servizio in attesa dell’evoluzione del procedimento giudiziario. La vicenda rilancia con forza il tema dell’etica professionale e della responsabilità nei confronti della collettività, soprattutto per chi ricopre un ruolo di rilevanza pubblica nel settore sanitario.
L’ASL di Latina, informata dell’accaduto, si è riservata di adottare i provvedimenti disciplinari conseguenti all’inchiesta, nel rispetto delle procedure previste. Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e approfondire l’entità del danno economico e funzionale arrecato al sistema sanitario locale.