Gaeta / Processo sul piazzale dell’ex stazione: verso lo stralcio di due capi d’accusa per prescrizione e riforma del codice

GAETA – Una falsa partenza aveva caratterizzato lo scorso 28 gennaio l’avvio del processo, davanti il Tribunale di Cassino, del processo per la vendita nel 2019 del piazzale dell’ex stazione di Gaeta da parte dei vertici dell’ex Consorzio Industriale del Sud pontino con l’avallo dell’allora amministrazione comunale. Il giudice Massimo Lo Mastro aveva dichiarato la sua incompatibilità a presiedere il collegio giudicante per essere stato il Giudice per l’udienza preliminare che decise il 19 marzo 2024 il rinvio a giudizio degli attuali tredici imputati.

Il dibattimento riprenderà giovedì 10 aprile quando il nuovo collegio sarà formato dal presidente Marco Gioia e dai giudici a latere Cerase e Sangiovanni. Quella di giovedì sarà, tuttavia, un’udienza importante. Due dei reati ipotizzati dal sostituto procuratore Alfredo Mattei – lottizzazione edilizia e abuso d’ufficio – dovranno essere stralciati rispettivamente per l’avvenuta prescrizione e per la cancellazione dal codice penale. In quest’ottica la Procura, alla vigilia dell’inizio di questo dibattimento (prima delle ultime festività natalizie) aveeva revocato il decreto di citazione, in qualità di testi, degli ex sindaci di Gaeta Silvio D’Amante e Antonio Raimondi, dei consiglieri comunali di opposizione Franco De Angelis ed Emiliano Scinicariello, dell’avvocato Maria Vellucci, di un consulente della stessa Procura e degli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza che svolsero le indagini.

Il giudice Gioia dovrà assumere una decisione signifativa: stralciare con due sentenze il reato prescritto e quello cancellato dal Codice Penale e continuare con quello in piedi, la turbata libertà degli incanti. Se così fosse uscirebbero definitivamente dal processo gli amministratori e dirigenti, ex o attuali, del Comune di Gaeta (in testa l’ex sindaco e attuale consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano) e i relativi testi citati per la lottizzazione e l’abuso in concorso. Il dibattimento proseguirebbe con il solo capo d’accusa della turbata libertà degli incanti di cui continueranno ad essere imputati i soli vertici (ex presidente Salvatore Forte e l’ex consiglio d’amministrazione , tranne Antino Merenna, prematuramente deceduto due settimane fa) del soppresso Consorzio Industriale del sud pontino.