CASSINO – Lo sport come elemento rieducativo della pena con l’intento di stabilire “un diverso e concreto contatto tra detenuti, polizia penitenziaria ed avvocati”. Ha centrato questo obiettivo la particolare partita di calcio organizzata e disputato all’interno di un luogo tanto speciale quanto difficile: la casa circondariale di Cassino. Si sono trovate di fronte due squadre, quelle degli avvocati e dei detenuti, per disputare impegnativo (ed amichevole) incontro di calcio organizzato dall’associazione italiana giovani avvocati del Lazio e dall’Osservatorio nazionale Aiga sulle carceri.
Al confronto è stato dato un nome ed un tema, “Gioco di squadra” e , grazie al patrocinio del garante per i detenuti della Regione Lazio, l’iniziativa ha registrato il sincero coinvolgimento di tutti gli avvocati del foro di Cassino e degli stessi detenuti che “hanno potuto vivere una giornata diversa, molto somigliante alla normalità”. Tra i promotori della particolare amichevole è stato l’avvocato (ed ex presidente del consiglio comunale di Formia) Pasquale Di Gabriele: “La manifestazione si inserisce in un’ ottica rieducativa della pena e ha consentito un contatto, durante la vita inframuraria, con le attività esterne”.
Simili ed analoghe iniziative sono in programma presso altre strutture penitenziarie della regione , la prima della quale si disputerà sabato 5 aprile presso il Carcere di Frosinone. Una partita di calcio è una goccia che può servire a colmare, perché no, quel drammatico gap denunciato a più riprese dall’associazione Antigone secondo la quale la vivibilità nei penitenziari italiani – e sul territorio pressi quelli di Cassino, Latina, Velletri e Santa Maria Capua Vetere – è senz’altro migliorabile non solo diminuendo l’affollamento ma potenziando le necessarie attività di rieducazione, formazione e integrazione per i detenuti e, nello specifico, tra quest’ultimi ed il mondo esterno pronto ad accoglierlo rappresentato dagli avvocati, di fiducia e d’ufficio.