Aprilia / Raffiche in via Belgio: si indaga su un’unica pistola per tre intimidazioni

APRILIA – Potrebbe essere la stessa arma ad aver sparato in due diversi episodi a distanza di venti giorni. È questa, oggi, la pista più solida seguita dagli investigatori che indagano sull’ennesimo episodio di fuoco andato in scena in via Belgio, nel quartiere Toscanini di Aprilia.

Venerdì pomeriggio, intorno alle 18:30, i carabinieri sono intervenuti dopo una nuova segnalazione: una raffica di colpi in aria, esplosi da un’auto in corsa che si è dileguata pochi istanti dopo. Sul posto, i militari hanno recuperato dieci bossoli calibro 9, lo stesso identico numero, e lo stesso calibro, rinvenuto il mese scorso dopo l’attacco al portone di un palazzo della stessa strada, dove vennero esplosi ben 13 colpi. Un dettaglio che non può essere una coincidenza.

Non è solo la quantità di colpi a colpire: è la ripetizione quasi chirurgica, il messaggio che si fa metodo. L’ipotesi su cui si sta lavorando è che a premere il grilletto sia stata la stessa persona, con la stessa arma, all’interno di una strategia intimidatoria lucida, forse seriale. Una faida, molto probabilmente, legata alla gestione dello spaccio nel quartiere. Una guerra tra bande che non cerca più il silenzio, ma la scena pubblica.

Ma via Belgio è solo il cuore di un territorio sempre più fragile. I colpi sparati qui si sommano a quelli esplosi tra via Danimarca e via Lussemburgo contro una Fiat 600, pochi giorni dopo la prima intimidazione. E non è passato molto tempo da quando una bomba carta è stata fatta esplodere davanti a un appartamento di via Londra, abitato da un trentenne con precedenti. Come a voler colpire, uno a uno, i simboli o le figure scomode.

E poi c’è la ferita più profonda, quella lasciata dal pestaggio di Giulio Ciccarelli, avvenuto in via Glasgow a dicembre. L’uomo è morto pochi giorni fa dopo tre mesi di ricovero in ospedale. Anche in quel caso, nessuna verità ufficiale, solo sospetti, ombre, silenzi. Troppe coincidenze per pensare a episodi slegati.

Nel quartiere Toscanini, la più grande zona popolare della città, la tensione è ormai cronica. I colpi non fanno più sobbalzare, fanno solo alzare lo sguardo verso la finestra. C’è un’eco costante di violenza, che trasforma la vita quotidiana in qualcosa che ha smesso di somigliare alla normalità.

E ora, con l’ipotesi della stessa arma usata per colpire due volte la stessa strada con la stessa furia, la domanda non è più “se” accadrà di nuovo, ma “quando” e “a chi” toccherà la prossima volta.