FORMIA – Arrivava anche a Formia la droga gestita dalla seconda delle due organizzazioni criminali smantellate pochi giorni fa dai Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, nel corso di una maxi operazione antidroga tra Salerno, Potenza, Napoli e il basso Lazio. A dimostrarlo sono le carte dell’inchiesta coordinate dalla Procura salernitana e che hanno portato all’arresto di 19 persone (9 in carcere e 10 ai domiciliari), con le accuse di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga.
Se la prima banda, capeggiata da Manuel Miano e Federica Altamura, operava principalmente nel Salernitano, è la seconda organizzazione, radicata nel quartiere napoletano di Scampia, a interessare da vicino il territorio formiano. A capo del gruppo c’era Alfonso Santaniello, 34 anni, che – pur non prendendo parte attiva allo spaccio – gestiva l’intera rete da dietro le quinte, impartendo ordini e controllando gli uomini operativi.
Le rotte della droga: da Scampia a Formia
Tra i principali collaboratori di Santaniello figurano Bruno Forte e Fortunato Natale, entrambi incaricati non solo di gestire i rifornimenti locali nel napoletano, ma anche di organizzare le spedizioni di droga verso altre città, tra cui Cassino e Formia, e verso centri strategici della provincia di Caserta come Maddaloni. A Formia, secondo quanto emerso dalle indagini, la droga – soprattutto cocaina, crack ed eroina – veniva affidata a referenti locali e poi smistata sul territorio, alimentando il mercato dello spaccio al dettaglio.
Forte e Natale, per il loro ruolo logistico, percepivano uno stipendio mensile di mille euro e avevano a disposizione anche un’auto, a conferma di una struttura criminale che operava con criteri imprenditoriali: turni, telefoni dedicati, ruoli gerarchici e “controllori” sul campo. La rete aveva un’efficienza tale da riuscire a rifornire con costanza i territori di destinazione, anche grazie alla vicinanza tra Campania e basso Lazio, un’area che si conferma crocevia sensibile del narcotraffico interregionale.
Ad altri due indagati, Teresa Vitolo e Daniele Abate, è applicata la misura cautelare in quanto ritenuti responsabili di episodi di cessione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacente.
Formia e il sud pontino sotto osservazione
Che Formia fosse parte attiva in questo traffico non sorprende gli investigatori: da anni il sud pontino è attenzionato per la crescente presenza di interessi criminali legati al traffico di stupefacenti. La posizione geografica, le connessioni con il casertano e il napoletano, e una rete locale di spaccio ben inserita nel tessuto urbano, rendono il territorio fertile per i gruppi criminali.
Il blitz ha fatto emergere, ancora una volta, la vulnerabilità del basso Lazio rispetto ai flussi di droga provenienti dalla Campania, e ha confermato come le bande criminali siano in grado di articolare reti operative ampie e ramificate, capaci di raggiungere anche i centri più piccoli.
L’operazione, che ha coinvolto anche il 7° Nucleo Elicotteri, i Nuclei Cinofili di Sarno e i comandi territoriali competenti, non si è conclusa con gli arresti: le indagini sono ancora in corso e non si escludono nuovi sviluppi anche sul fronte locale.