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Camorra e riciclaggio immobiliare: confiscati dieci appartamenti a Gaeta al “broker” dei clan

GAETA – Due milioni ma il dato è carente per difetto. E’ stata applicata anche a Gaeta la confisca disposta dalla Sezione per l’applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Napoli nei confronti di un patrimonio mobiliare e immobiliare che, del valore complessivo di oltre 294 milioni di euro, Antonio Passarelli, di 60 anni di Melito, in provincia di Napoli, gestiva in diverse regioni italiane (Emilia Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise) per conto di diversi clan camorristici – Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto – in diversi settori commerciali, primo fra tutti quello immobiliare.

Da venerdì fanno parte del patrimonio dello Stato dieci unità immobiliari che agli inizi di dicembre 2022 erano sequestrate nella panoramicissima via dei Cappuccini a Gaeta ai danni dell’impresa edile di Passarelli. Non molto lontano dell’ospedale “Monsignor Luigi Di Liegro”, sono stati confiscai 10 appartamenti che – secondo gli inquirenti – sarebbero stati realizzati con il danaro sporco della camorra. Passarelli, arrestato nel 2017 e gravato di una sentenza di condanna definitiva per fittizia intestazioni di beni, è stato a lungo inseguito per anni da diversi clan della camorra, alcuni dei quali anche in guerra tra di loro, perché in grado di essere un privilegiato catalizzatore degli interessi criminali in vari settori commerciali, primo fra tutti quello – come detto – degli investimenti immobiliari. La confisca è stata eseguita al fotofinish in quanto i dieci appartamenti di Gaeta era catastalmente già pronti per finire sul mercato immobiliare come lo erano quelli. un tempo di proprietà, nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Sassari e Campobasso.

La confisca di primo grado è stata disposta anche nei confronti di 18 società, di 9 autoveicoli, di 21 rapporti finanziari e complessivamente tra 631 immobili e terreni che per un valore di 294 milioni di euro Passarelli deteneva per conto di diversi clan camorristici del napoletano e del casertano, alcuni dei quali in guerra tra di loro. Il provvedimento di confisca trae origine dalle minuziose indagini condotte dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata. Hanno fatto emergere, inoltre, “una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie”.

Le indagini economico-patrimoniali eseguite sul conto di Passarelli e sui componenti del suo nucleo familiare avrebbero acclarato, nel periodo 1993-2021, la totale assenza di redditi ovvero l’esistenza di redditi dichiarati del tutto irrilevanti e decisamente incongruenti rispetto alla cospicua disponibilità finanziaria, alla titolarità di numerose partecipazioni societarie e al vastissimo patrimonio immobiliare. L’attività investigativa, anche per quanto riguarda la confisca di Gaeta, è stata avallata dalle “concordi” – così sono state definite – dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia secondo i quali Passarelli era un abile investitore del danaro sporco della criminalità organizzata.