FORMIA – Ex dirigenti che continuano ad essere scomodi nonostante la pensione, consiglieri comunali d’opposizione e gli immancabili giornalisti. La ‘black list’ della Giunta Municipale ora si è allungata con una nuova categoria nel mirino, quella degli avvocati, la stessa che caratterizza la maggioranza di centrodestra. Lo si evince dalla delibera di Giunta numero 61 del 13 marzo che ha fatto arretrare di un anno le lancette della storia: la tragedia di Giuseppe Maiolo di 17 anni di Formia che perse la vita poco prima di mezzogiorno di un giorno feriale in seguito ad un tamponamento tra il suo scooter ed un camion nel tratto iniziale della superstrada Formia-Cassino, nella frazione di Penitro.

Quella di Giuseppe fu una tragedia immane perché questo giovane di una città che non si occupa più del suo futuro, nonostante la sua giovanissima età, doveva già vantare un’esistenza difficile e complicata a causa di un mix di omissioni e di responsabilità, ai diversi livelli. Sono quelle che il legale della madre di Maiolo, l’avvocato Luca Cupolino, aveva denunciato, attraverso il commissariato di Polizia, alla Procura della Repubblica di Cassino. A suo dire quel giorno Giuseppe non avrebbe dovuto trovarsi in sella al suo scooter diretto a Formia ma in un luogo diverso, l’Istituto tecnico per geometri “ Bruno Tallini”, nella stessa frazione di Penitro, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. L’avvocato Cupolino chiamò in causa il Comune perché – a suo dire – ad esercitare la patria potestà di quel giovane sarebbe dovuto essere proprio il sindaco di Formia Gianluca Taddeo, un provvedimento, alla luce delle segnalazioni arrivate dai Carabinieri, emesso niente che dal Tribunale dei Minorenni.
L’avvocato nell’esposto alla Procura evidenziò una serie di presunte inadempienze e violazioni dell’ufficio servizi sociali del Comune di Formia nella gestione, relativamente all’assistenza e al recupero clinico, di Giuseppe Maiolo. Ora la delibera 61 ha evidenziato un aspetto di cui tutti ignoravano l’esistenza, compreso lo stesso avvocato Cupolino: la richiesta di archiviazione del procedimento a carico del legale querelante invocata al Gip dal sostituto procuratore Maria Carmen Fusco. Se è andato in fumo il danaro pubblico (5.200 euro di tutti i cittadini formiani) impegnato per nominare l’avvocato fondano Luigi Panella – lo stesso legale secondo la delibera d’incarico della Giunta avrebbe dovuto denunciare per conto dell’amministrazione formiana una serie di colleghi giornalisti che si occuparono della tragedia di Maiolo e delle polemiche che ne seguirono – la Giunta formiana, perseverando, è andata oltre.
Con il parere di regolarità contabile del dirigente della ripartizione finanziaria Daniele Rossi e di quello tecnico della neo responsabile dell’avvocatura interna Giuseppe Sciarra ha deciso di promuovere un’azione civile nei confronti di “L.C.” a “titolo di risarcimento del danno”. Insomma, nonostante l’archiviazione del procedimento penale da parte di un bravo sostituto procuratore della Procura di piazza Labriola, l’esecutivo a testa bassa ha deciso di promuovere “davanti l’autorità competente un’azione civile a titolo di risarcimento “anche in considerazione della tipologia del contenzioso e della natura del danno” che secondo la Procura non c’è…
Non si sa al momento se a perseguire ancora l’avvocato Cupolino sarà il collega Panella. La delibera di Giunta numero 61, che rischia di provocare l’ennesimo danno erariale compiuto dall’amministrazione formiana, ha dato mandato al settore “Affari legali e bilancio l’adozione degli atti gestionali conseguenziali e necessari per l’affidamento dell’incarico professionale ad un legale, che deve rispettare i principi dell’economicità, dell’imparzialità, della parità di trattamento, di trasparenza, della proporzionalità e della pubblicità”.
La decisione, chiaramente politica, di perseguire ancora una volta “L.C.” si presenta a non poche considerazioni. La delibera numero 61 ha costituito una chiamata alle armi per l’intera Giunta di centrodestra. Con due assenze significative. Alla seduta hanno partecipato alle 15.40 del 13 maggio tutti e cinque gli assessori in carica – Giovanni Valerio, Fabio Papa, Francesco Traversi, Marcello Anastasio Pugliese e Luigia Bonelli – e non il sindaco Gianluca Tadddeo che stranamente era assente. Non ha verbalizzato neppure la zelante segretaria comunale Marina Saccoccia che, lontana dal Comune da giorni per l’influenza di stagione, è stata sostituita dal suo vice” Daniele Rossi che con le delibere di nomina ha il dente avvelenato: basti ricordare la sentenza di condanna della Corte dei Conti per aver avallato nell’estate 2020, in qualità di dirigente del settore economico finanziario dell’ente, la nomina dell’ex segretario generale del comune Mario Taglialatela a neo capo gabinetto dell’allora sindaco di Formia Paola Villa. E poi a partecipare ai lavori della seduta c’erano due legali che hanno deciso di avviare un risarcimento danni contro un collega: Fabio Papa e Giovanni Valerio, vice sindaco ed assessore al turismo di Fratelli d’Italia e – se può interessare – componente del consiglio dell’ordine forense di Cassino.
Ma perché questo accanimento nei confronti dell’avvocato Luca Capolino? L’interessato martedì mattina ha protocollato una richiesta di accesso agli atti, presso la segreteria della dottoressa Fusco per avere copia dell’istanza di archiviazione nei suoi confronti promossa dalla Procura dopo la querela dell’avvocato Panella. L.C. è un legale molto inviso all’amministrazione formiana per un dettaglio che in pochi sinora erano a conoscenza: faceva parte del collegio difensivo – poi la sua nomina venne revocata – in un delicatissimo processo tuttora pendente davanti il Tribunale di Roma di cui è il principale imputato un familiare strettissimo di un amministratore formiano…
Per l’ex sindaco di Formia Paola Villa la delibera numero 61/2025 costituisce una storia di “ordinaria follia”. Nei giorni successi alla morte di Giuseppe Maiolo l’avvocato Cupolino scrisse una lettera pubblica, innanzitutto per raccontare chi fosse Giuseppe e poi un accorato appello a tutti a riflettere, a prendersi delle responsabilità, a sospendere i propri giudizi, “perché Giuseppe non doveva a quell’ora stare in giro con il motorino, perché di Giuseppe nessuno si era interessato, perché Giuseppe era ed è rimasto un fantasma per tutte le istituzioni e per coloro che le rappresentano”. L’ex primo cittadino ricorda ora come fu tempestiva la “reazione della giunta targata Taddeo-Cardillo Cupo, che sentitasi “offesa”, diede incarico ad un avvocato, un incarico che è costato alla collettività ben 5.200 euro, per querelare l’avvocato Cupolino. Ora non è bastato buttare al vento questo danaro pubblici, per una querela senza senso, che si decide di spendere altri soldi pubblici. Ma se vi sentite diffamati, delegittimati, offesi, caro sindaco, cari assessori, cara amministrazione di Formia perché gli avvocati non ve li pagate con i soldi vostri e non con i soldi dei cittadini? – s’interroga Paola Villa – E sulla storia di Giuseppe non è arrivato forse il momento di fare silenzio o ancora meglio di chiedere scusa? Ennesima storia di ordinaria follia e di intimidazione temeraria… ovviamente con i soldi pubblici”.
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