LATINA – Minacce, violenza e un incubo durato un’intera notte. È questo il quadro inquietante che emerge dalle accuse rivolte a Mohamed Jandoubi, 37enne di origini tunisine, già noto alle forze dell’ordine e ritenuto affiliato al clan Travali. Per lui, il giudice dell’udienza preliminare Barbara Cortegiano ha disposto il rinvio a giudizio: il processo inizierà il 13 gennaio 2026 davanti al secondo collegio del Tribunale di Latina.
Le accuse: minacce, estorsione e un sequestro durato ore
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i fatti risalgono ai primi mesi del 2021. Jandoubi avrebbe costretto un 50enne di Latina, sotto la minaccia di un coltello, ad acquistare diversi beni presso il centro commerciale Latina Fiori, tra cui un cellulare, un monopattino, un tablet e una TV led. Un’estorsione vera e propria, culminata con il furto di un ulteriore telefono appartenente alla vittima.
Quando l’uomo ha cercato di riottenere quanto gli era stato sottratto, la situazione è precipitata: Jandoubi lo avrebbe aggredito con calci e pugni, costringendolo a rimanere prigioniero in casa sua fino alle 3 di notte. Un sequestro violento e prolungato, che ha reso ancora più gravi le accuse mosse nei suoi confronti.
L’inchiesta e il processo
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Andrea D’Angeli, hanno portato a formulare nei confronti di Jandoubi un quadro accusatorio pesante: rapina, estorsione, sequestro di persona e minacce. A gennaio 2024, a seguito delle sue ripetute attività criminali, l’uomo è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, essendo stato ritenuto un individuo che vive abitualmente con i proventi di attività delittuose e pericoloso per la sicurezza pubblica.
L’imputato sarà difeso dall’avvocato Marco Nardecchia, mentre la vittima dell’estorsione si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Emanuele Farelli.
Un nome noto alle cronache giudiziarie
Jandoubi non è nuovo ai riflettori della giustizia: il suo nome compare nel processo derivante dall’inchiesta “Status Quo”, che ha portato a condanne per diversi membri del clan Travali. Inoltre, è noto per essere l’ex convivente di Valentina Travali, sorella dei fratelli Angelo e Salvatore Travali, esponenti di spicco della criminalità locale.
Valentina Travali è stata coinvolta in numerose operazioni antimafia, tra cui “Alba Pontina” e “Reset”, ed è finita al centro delle polemiche per la partecipazione a un video rap girato ai “Palazzoni” di Latina, che celebrava la cultura criminale della zona. Un video che le è costato il carcere e una condanna.