Maxi frode da 80 milioni di euro: un arresto in provincia di Latina, coinvolte 417 società

LATINA – Nelle prime ore del mattino, oltre 200 uomini della Guardia di Finanza hanno fatto scattare un blitz coordinato in 14 regioni d’Italia. Sei arresti, decine di perquisizioni e il sequestro di beni per oltre 40 milioni di euro: numeri che raccontano solo una parte della storia. Dietro questa operazione c’è una macchina ben oliata, un sistema che per anni ha macinato milioni, basandosi su una delle pratiche più subdole e difficili da smascherare: la frode fiscale tramite fatture false.

A un primo sguardo, l’operazione sembrava ruotare attorno al mondo delle sponsorizzazioni sportive. L’organizzazione criminale utilizzava una rete di società “cartiere” – aziende fantasma senza reale operatività – per emettere fatture per operazioni inesistenti. Un giro di soldi che esisteva solo nei documenti contabili, ma che generava vantaggi enormi per gli imprenditori coinvolti. Il trucco? Le aziende beneficiarie delle fatture effettuavano bonifici bancari alle società cartiere, simulando pagamenti per sponsorizzazioni inesistenti. Poi, il denaro tornava indietro, in contanti, dopo essere stato prelevato dai conti correnti delle società fittizie, con una percentuale trattenuta a titolo di commissione. Una sorta di lavatrice economica che ripuliva il denaro e permetteva di abbattere il reddito imponibile, evadendo l’IVA per oltre 11 milioni di euro.

Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Frosinone hanno impiegato mesi per incastrare ogni pezzo del mosaico. Hanno seguito il denaro, analizzato i conti, tracciato i bonifici, fino a ricostruire un flusso finanziario che passava attraverso oltre 1.000 conti correnti e coinvolgeva 417 società e 181 persone. Una rete capillare, estesa su tutto il territorio nazionale, con una forte concentrazione nelle regioni del Nord Italia. E nel cuore dell’indagine è emersa anche la provincia di Latina, dove uno degli arrestati giocava un ruolo chiave nella gestione delle transazioni illecite.

Non è un caso che il nome di Latina compaia tra i luoghi dell’inchiesta. Il territorio pontino, già al centro di altre vicende economiche e industriali, si è ritrovato coinvolto in questo schema fraudolento. Alcune aziende locali risultano destinatarie di fatture false, parte di un circuito di retrocessione del denaro che ha reso difficile, ma non impossibile, per gli investigatori risalire alla verità.

Curiosamente, proprio in questi giorni si discute del futuro di uno degli stabilimenti produttivi più avanzati d’Europa nel settore alimentare, con la possibile cessione del marchio Plasmon da parte della multinazionale Kraft Heinz. Un’operazione che, sebbene apparentemente scollegata, getta una luce sulle dinamiche finanziarie del territorio, dove il confine tra legalità e illeciti fiscali può farsi sottile.

Gli arrestati e i 181 indagati dovranno rispondere di accuse pesanti: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, emissione e utilizzo di fatture false, riciclaggio, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta fraudolenta.