Formia / L’ombra della faida tra Bardellino e Bidognetti sull’agguato a Gustavo Bardellino

FORMIA – Forse è ad una svolta la delicata inchiesta della Direzione Distrettuale antimafia di Roma e di Napoli sul misterioso ferimento di Gustavo Bardellino, avvenuto nel tardo pomeriggio del 15 febbraio di tre anni fa nella concessionaria automobilistica “AutoBuonerba” in via Ponteritto in località Gianola a Formia.

Nessuna pista sentimentale e tanto-meno uno sgarro legato allo spaccio della droga ma la conflittualità venutasi a creare tra la famiglia Bardellino e la fazione dei Casalesi legata a quella dei Bidognetti sulla gestione della movida e del turismo nel rione marinaro di Mola a Formia. A dirlo ai pm antimafia è un nuovo collaboratore di giustizia che, un tempo appartenente alla fazione dei Casalesi fondata da Francesco Bidognetti, ha deciso di riempire pagine di verbali sul ruolo svolto dalla primogenita di “Cicciotto e mezzanotte”, Katia, di 43 anni, per anni residente a Formia – presso un parco residenziale in via Madonna di Ponza – insieme alla sorella Teresa, ora 35 enne.

La decisione di questo ex affiliato di collaborare con gli inquirenti segue di qualche mese la conclusione delle indagini preliminari sul ferimento di Gustavo Bardellino avvenuto esattamente tre anni fa a carico dell’imprenditore 48enne Luigi Diana ed del coetaneo Giovanni Lubello, l’ex genero (per via del matrimonio con la primogenita Katia) del boss Francesco Bidognetti.

Intanto è notizia di questi giorni la decisione della sesta Sezione della Corte d’Appello di Napoli che ha riformulato le condanne nel processo a carico di 18 imputati coinvolti nella maxi operazione dei carabinieri del comando provinciale di Caserta coordinata dalla Dda di Napoli sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi, in particolare delle fazioni Schiavone e Bidognetti. E hanno ottenuto lo sconto di pena le due sorelle Bidognetti: a Teresa sono stati inflitti 5 anni e 1000 euro di multa, più pesante la condanna a nove di carcere per Katia Bidognetti.

Le dichiarazioni di D’Angelo sono molto importanti – secondo gli inquirenti – perché potrebbero fare piena luce sui reali investimenti a Formia del clan Bidognetti di cui ha fatto parte sino al suo arresti di due anni e mezzo fa. Le sue rivelazioni potrebbero incastrarsi con quelle di un altro collaborante di giustizia, Giuseppe Basco, relativamente al sistema di controllo degli stupefacenti.

D’Angelo sarebbe – secondo le poche informazioni trapelate da questa collaborazione – a conoscenza del flusso di denaro e di alcuni collegamenti sul territorio. Che la sua collaborazione rappresentasse un punto di svolta, la conferma era arrivata due anni fa quando la moglie Teresa lasciò Casal di Principe. E le indagini sull’agguato a Gustavo Bardellino avrebbero subito un rallentamento in virtù della lettura dei verbali degli interrogatorio di D’Angelo, la cui analisi potrebbe ridefinire il peso della famiglia Bidognetti nell’assetto economico di Formia.