LATINA – Il Consiglio Comunale di Latina si prepara a discutere una mozione controversa che ha già acceso un acceso dibattito pubblico. A presentarla è stato il consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia, Cesare Bruni, noto per il suo impegno nella valorizzazione della memoria storica della città, già Littoria in epoca fascista. La proposta riguarda l’intitolazione di una via, piazza o altro luogo “adeguato e dignitoso” alla memoria di Camillo Barany Hindard, definito nella mozione come un “grande patriota” e “Medaglia d’oro al Valor Militare”.
Chi era Camillo Barany Hindard?
Camillo Hindard Barany nasce a Paullo (Milano) il 26 aprile 1889, da una famiglia ungherese di religione ebraica. I suoi antenati combatterono nella legione ungherese di Stefano Türr a fianco di Garibaldi nel 1860. Nel 1909 si unisce ai rivoluzionari messicani contro la dittatura di Porfirio Díaz. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale (1914) torna in Europa e si arruola nella Legione Garibaldina, partecipando alla battaglia delle Argonne e a quella di Verdun. Dopo lo scioglimento della Legione (1915), entra negli Alpini come sottotenente e, nel 1919, prende parte all’impresa di Fiume con D’Annunzio.
Avvicinatosi al fascismo, partecipa alla Marcia su Roma (1922) e alla riconquista della Libia (1925) sotto il comando di Rodolfo Graziani. Nel 1930 si trasferisce in Sardegna come agronomo per la Società Bonifiche Sarde, contribuendo alla fondazione di Mussolinia (oggi Arborea). Successivamente collabora con l’Opera Nazionale Combattenti alla bonifica dell’Agro Pontino e alla fondazione di Littoria (oggi Latina).
Nel 1935 partecipa alla guerra d’Etiopia nelle Camicie Nere. Ferito alla battaglia dell’Amba Aradam, rifiuta la licenza di convalescenza e torna al fronte, morendo in combattimento a Taga-Taga. Secondo le cronache dell’epoca, avrebbe esclamato in punto di morte: “Non perdete tempo per me, andate avanti; viva il Duce!”.
La sua figura fu celebrata dal regime fascista come esempio di eroismo. Gli sono stati dedicati la pineta di Arborea (con una stele commemorativa) e il distretto militare di Latina (poi intitolato a Goffredo Mameli). Il suo nome è inciso sul cippo dei lodigiani decorati con la Medaglia d’Oro al Valor Militare. È citato come personaggio nel romanzo “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi.
Se da una parte Bruni enfatizza il ruolo di Barany come patriota e combattente, dall’altra i critici della mozione sottolineano il suo ruolo nello squadrismo fascista e nelle campagne coloniali, tra cui la battaglia dell’Amba Aradan, durante la quale l’esercito italiano fece uso di gas letali come l’iprite contro le truppe etiopi.
La reazione dell’ANPI
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) di Latina ha reagito con fermezza alla proposta, definendola “un’altra pagina nera” nella storia della città. In una nota ufficiale, Teresa Pampena del Comitato Provinciale ANPI ha dichiarato: “Intitolare una piazza allo squadrista nero, tale Camillo Barany Hindard, significa riportare indietro l’orologio al tempo infame del periodo più buio del nostro paese. Egli collaborò al massacro di 500 mila africani colpevoli solo di avere la pelle scura.”
L’ANPI ha inoltre sottolineato come la mozione ignori la storia della provincia pontina, la cui popolazione subì devastanti bombardamenti, deportazioni e rappresaglie durante la Seconda guerra mondiale. La stessa provincia di Latina è stata insignita nel 2006 della Medaglia d’Oro al Merito Civile per il suo sacrificio durante il conflitto. Pampena ha continuato: “Ricordare quella camicia nera significa arrecare disonore a quanti, civili e militari, sono morti nella lotta contro il nazifascismo, quel nazifascismo che massacrò ben 6 milioni di ebrei correligionari del Barany.”
L’ANPI ha infine rivolto un appello al Prefetto, ai partiti politici e alle forze sociali affinché intervengano per fermare l’iniziativa, ritenuta incompatibile con i valori della Costituzione italiana.
La posizione della maggioranza
Resta ora da capire quale sarà l’orientamento della maggioranza in Consiglio Comunale. La mozione sarà discussa il 3 febbraio, e le polemiche potrebbero intensificarsi nelle prossime ore. La proposta di Bruni si inserisce in un più ampio contesto di dibattito sulla memoria storica e sull’eredità del fascismo in Italia, un tema che continua a dividere l’opinione pubblica e la politica nazionale.
Resta da vedere se la maggioranza in Consiglio Comunale deciderà di sostenere la mozione o se, invece, prevarrà un approccio più critico verso la figura di Barany Hindard e il suo passato nel regime fascista.