Condannati cinque militari per traffico illecito di carburante a Pratica di Mare

APRILIA – Il Tribunale di Velletri ha confermato le accuse contro cinque sottufficiali del Reparto Carburanti dell’aeroporto di Pratica di Mare, responsabili di aver sottratto 59mila litri di gasolio destinati ai caccia militari. Il carburante veniva rivenduto illegalmente in un sistema organizzato che coinvolgeva distributori nei comuni limitrofi. La sentenza ha disposto il risarcimento di 29mila euro per uno dei militari, mentre gli altri quattro dovranno restituire circa 7mila euro ciascuno.

L’inchiesta: da Nettuno ai distributori del Lazio

L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Nettuno nel luglio 2024, ha portato alla luce un articolato schema criminale. Inizialmente, il traffico prevedeva il trasporto di carburante dalla Germania all’Italia, camuffato come “olio lubrificante” per evitare il pagamento di IVA e accise. Una volta giunto in Italia, il gasolio veniva trasferito in autocisterne e distribuito a pompe stradali di Anzio, Albano, Aprilia e Lanuvio, con prezzi sensibilmente inferiori rispetto alla media di mercato.

Nel corso delle indagini, sono stati sequestrati quattro distributori che, dal 2021, avevano beneficiato di un traffico illecito pari a oltre 7 milioni di litri di carburante.

Il coinvolgimento dei militari

Con l’aumento dei prezzi causato dal conflitto russo-ucraino e la conseguente riduzione fiscale sulle accise, il sistema originario si era rivelato meno conveniente. È in questa fase che alcuni imprenditori hanno riorganizzato l’attività criminale, avvalendosi della complicità dei sottufficiali dell’Aeronautica Militare in servizio presso il Reparto Carburanti di Pratica di Mare.

Grazie a questi accordi corruttivi, il carburante sottratto dalla base militare veniva integrato nel circuito illecito, consentendo la prosecuzione del traffico anche in un contesto di maggiore sorveglianza.

Le conseguenze del traffico illecito

Il caso ha messo in luce gravi falle nella gestione e nei controlli delle risorse pubbliche, in particolare in ambito militare. La sentenza di Velletri non solo ha stabilito le responsabilità individuali, ma ha anche evidenziato la complessità di un sistema che ha approfittato di un periodo di instabilità economica e geopolitica per trarre profitto illecito.

Con la condanna, il Tribunale ha segnato un passo importante nella lotta contro la corruzione e il traffico illecito di risorse strategiche, ricordando quanto sia cruciale vigilare sulla tutela del patrimonio pubblico e della sicurezza nazionale.