LATINA – Una donna di 76 anni, ricoverata in una clinica privata di Latina per accertamenti medici volti a chiarire l’origine di un malessere improvviso, è deceduta al primo giorno di degenza, prima che venissero completati gli esami necessari. Il decesso, avvenuto dopo la somministrazione di un farmaco anticoagulante, ha spinto i familiari a presentare una denuncia querela in Procura, dando avvio a un’inchiesta.
L’avvio dell’indagine
Il sostituto procuratore Martina Taglione, incaricata del caso, ha disposto il sequestro della cartella clinica e un esame medico legale effettuato nei giorni successivi, prima di autorizzare la tumulazione della salma. Secondo i primi accertamenti, sarebbero emerse criticità nel trattamento offerto alla paziente durante la sua permanenza nella struttura sanitaria.
I segnali del malessere
Il primo campanello d’allarme risale al 14 dicembre, quando la donna, a seguito di giramenti di testa anomali, aveva deciso di sottoporsi a delle analisi del sangue. Sebbene i sintomi sembrassero inizialmente attenuarsi, la sera stessa la 76enne era svenuta in casa.
Il giorno successivo, su consiglio dei familiari, si era rivolta a uno specialista neurologo, il quale, dopo aver esaminato i risultati delle analisi, aveva riscontrato una carenza di sodio e prescritto una terapia integrativa con flebo. Nonostante la cura, la donna aveva continuato ad accusare malesseri, culminati in un ulteriore svenimento il giorno prima del ricovero.
Il ricovero e il tragico epilogo
Per affrontare la situazione, i familiari avevano deciso di ricoverarla in una clinica privata a Latina il 16 dicembre, primo giorno utile dopo i malori ricorrenti. Tuttavia, prima che il quadro clinico potesse essere approfondito attraverso gli esami programmati, il decesso è avvenuto, lasciando i familiari sconvolti e spingendoli a cercare giustizia.
I prossimi passi
Le autorità stanno ora indagando per chiarire se vi siano state negligenze o errori da parte del personale medico nella gestione della paziente, in particolare riguardo alla somministrazione del farmaco anticoagulante. La cartella clinica sequestrata e i risultati dell’autopsia saranno fondamentali per definire le eventuali responsabilità.
Il caso pone l’attenzione sulle dinamiche di cura in contesti privati e sulle possibili carenze nei protocolli di trattamento, soprattutto in situazioni di fragilità. Intanto, la famiglia della 76enne attende risposte dall’inchiesta, mentre il dolore per la perdita si accompagna alla richiesta di chiarezza e giustizia.